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La tecnologia che prevede l’uso dei silobag sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni attirando la curiosità di tutti coloro che necessitano di stoccare cereali, granaglie, insilati o nei casi più recenti, sottoprodotti o rifiuti di vario genere.
Il primo approccio a questo innovativo metodo di stoccaggio, che abbina bassi costi a grandi risultati, può far nascere alcune perplessità sul suo reale funzionamento e sulla conservazione efficace promessa.

Oggi affrontiamo alcune perplessità che ci sono state rivolte nel corso degli anni e cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Ecco a voi i 7 dubbi più comuni che ci sono stati posti:

1. Si crea condensa all’interno?

Nella maggior parte dei casi, i silobag sono creati su piazzali esterni o addirittura sui terreni agricoli. Chiaramente vengono esposti alle condizioni atmosferiche, sia nel caldo estivo che nel gelo invernale.
Molto spesso ci viene chiesto come si comportino con gli sbalzi di temperatura, temendo che all’interno si crei una dannosa condensa.
Possiamo però assicurare che all’interno del sacco questo non avviene: un prodotto stoccato alla giusta umidità è in grado di conservarsi perfettamente perché il silobag lo “isola”, facendo in modo che la temperatura cambi gradualmente nel corso delle ore, evitando quindi la formazione della condensa.

2. Si ammuffisce il prodotto?

Assolutamente no! Un prodotto ben stoccato garantisce una conservazione ideale. Condizione necessaria per questo è chiaramente preservare il sacco integro, controllandolo periodicamente compiendo ispezioni attorno ad esso e chiudendo con appositi dispositivi eventuali fori causati da animali infestanti. In caso di prodotti come insilati e pastoni, è necessario insaccare tenendo una buona frenatura sulla macchina, in modo da riempire adeguatamente il silobag.

3. Si crea il sottovuoto?

Molto spesso si crede che la conservazione del prodotto nel silobag sia data dal sottovuoto, ma questo non è assolutamente possibile. Il silobag viene sì chiuso termosaldando i bordi, ma in nessun caso esso può essere considerato sottovuoto: a garantire la conservazione è l’anidride carbonica prodotta dalla respirazione del cereale.

4. Sono riutilizzabili?

No, per due motivi. Prima di tutto per un discorso igenico-sanitario. In secondo luogo, al momento dell’estrazione, il sacco viene tagliato per prelevare il cereale, dai nostri estrattori, in modo da arrotolarlo in una comoda bobina, garantendo un corretto svuotamento del sacco.
I silobag sono però di materiale riciclabile! Molte ditte li ritirano a costo zero.

5. È un problema esporli ad aria aperta?

I silobag sono fatti apposta per l’uso esterno. Nessuno vieta di crearne sotto le tettoie o dentro i magazzini ma sarebbe uno spreco di spazio! Nonostante la loro natura plastica sono molto resistenti.
È consigliabile sempre il controllo periodico dei silobag per la verifica della loro integrità.

6. Non sono possibili trattamenti?

I trattamenti sono possibili come per tutti gli altri sistemi di stoccaggio. Molto semplice è l’applicazione di trattamenti con CO2 per avere una maggiore sanità del prodotto.

7. Non sono idonei per i prodotti alimentari o biologici?

Lo sono eccome! Sempre più spesso i cereali biologici vengono stoccati in silobag. Le aziende produttrici ne garantiscono l’idoneità al contatto alimentare seguendo i regolamenti europei in materia.

 

Per scoprire di più sulle loro caratteristiche e sui loro vantaggi visita la nostra pagina: silobag di polietilene dove è possibile trovare anche la relativa scheda tecnica.

Per ulteriori informazioni contattaci, saremo lieti di rispondere a tutte le tue curiosità.

 

 

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